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Il riscaldamento globale ha portato a un aumento di inondazioni, incendi, trombe d’aria, ondate di caldo e altre calamità naturali in tutto il pianeta. Ma il cambiamento non riguarda soltanto le temperature. Studi recenti hanno dimostrato che c’è una forte connessione tra cambiamenti climatici e salute mentale. Questo fenomeno aumenta notevolmente lo stress psicologico, favorendo il manifestarsi di disturbi mentali tra cui depressione e ansia, che in questo caso specifico viene chiamata ecoansia. Scopriamo cosa possiamo fare per gestirla.
Conseguenze dei cambiamenti climatici
Non si può negare che il mondo (e, conseguentemente, il clima) stia cambiando. L’imprevedibilità del futuro fa paura e la paura causa l’ecoansia, soprattutto in quelle persone che hanno difficoltà ad adattarsi a questo nuovo scenario. L’uragano Maria in Porto Rico costituisce un ottimo esempio della connessione tra disturbi mentali e cambiamenti climatici. Tra i sopravvissuti è stato registrato un incremento dei tassi di:
- disturbo da stress post-traumatico
- depressione
- morte per suicidio
Questo ovviamente si è verificato anche in concomitanza con altre calamità. Alcuni sopravvissuti all’uragano Katrina in Louisiana hanno sviluppato il Katrina Brain, un disturbo che causava deterioramento cognitivo e perdita della memoria a breve termine. Anche in questo caso, i tassi di depressione e ansia sono aumentati nei mesi successivi al disastro e le linee telefoniche di supporto psicologico sono state prese d’assalto, con un aumento delle chiamate del 61%.
I giovani e l’ecoansia
Il numero crescente di disastri naturali dovuti ai cambiamenti climatici sta chiaramente alimentando l’ecoansia, ma non sono solo scienziati ed esperti ad essere preoccupati. Uno studio condotto sui giovani tra i 16 e i 25 anni ha rivelato che quasi il 60% degli intervistati è molto o estremamente preoccupato. Uno sconcertante 84% era comunque almeno moderatamente preoccupato.
Ecoansia: senso di impotenza e preoccupazione per il futuro
Comprensibilmente, la preoccupazione per il futuro del pianeta è causa di tristezza e senso di impotenza. Sempre più persone iniziano a rendersi conto che i cambiamenti climatici impatteranno sulla loro vita e si chiedono cosa fare, cosa aspettarsi, che fine farà la Terra così come la conosciamo, se ha senso sentirsi tristi o se invece dovrebbero avere paura.
Cosa fare?
I cambiamenti climatici sono complessi, difficili da comprendere e ancor più da accettare. Quando l’ecoansia fa capolino, concentrarsi su soluzioni pratiche può aiutare. Ci sono molte cose che possiamo fare per fare la differenza. Potremmo decidere di:
- partecipare agli eventi organizzati dalla Climate Action Network
- donare a organizzazioni e enti di beneficenza che combattono il cambiamento climatico
- supportare le leggi che mirano a proteggere l’ambiente e il pianeta
- votare
- fare volontariato
- riciclare
- lavorare con chi ha a cuore il pianeta
- restare positivi
Quando ci sentiamo impotenti, è importante ricordarci che tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere per il futuro del pianeta e che anche il gesto più piccolo può fare la differenza.
L’impatto dei cambiamenti climatici sugli operatori dell’emergenza
A causa della natura del loro lavoro, che li vede schierarsi in prima linea per affrontare crisi di vario genere, gli operatori dell’emergenza sono a maggior rischio di disturbi mentali rispetto al resto della popolazione. I cataclismi scatenati dai cambiamenti climatici non fanno che aumentare notevolmente questo rischio. In base al tipo di crisi che si è verificata, alla sua posizione geografica, al tempo trascorso sul campo, e alle specifiche condizione di lavoro, le ripercussioni sulla loro salute mentale e stabilità saranno più o meno gravi. In generale, chi opera in emergenza è più soggetto a ansia, depressione e PTSD.
Cosa fare?
Per supportare gli operatori dell’emergenza, dobbiamo innanzitutto riconoscere l’importante della salute mentale in questo campo, ad esempio:
- creando una rete di supporto, così che possano sentirsi liberi di parlare delle loro esperienze e delle loro preoccupazioni;
- formando operatori e volontari su come gestire traumi e stress emotivo, in modo che siano adeguatamente preparati ad aiutare gli altri;
- donando cibo, acqua e provviste alle organizzazioni e ai gruppi di sostegno che intervengono durante i cataclismi.
Diamo priorità alla nostra salute mentale
Ci sono molti modi in cui possiamo dare la giusta priorità alla nostra mentale. Che siate attivisti, operatori dell’emergenza o vittime dei cambiamenti climatici, trovare delle strategie di coping per gestire l’ecoansia e altri disturbi mentali legati alla crisi climatica è fondamentale per continuare a vivere la vostra quotidianità. I consigli e l’auto-aiuto non bastano? Belproblema è qui per voi. Basta un clic per trovare uno psicologo online disponibile e pronto ad aiutarvi ad affrontare le vostre paure e a migliorare il vostro benessere emotivo. Iniziate a stare meglio adesso.
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Mattia Furia
Specializzato in Psicoterapia Cognitiva, incentrata sul presente, sulle risorse individuali e sulla possibilità di verificare i progressi compiuti.