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Quando scoppiano delle epidemie come quella del 2019-nCoV (coronavirus), è normale provare paura e ansia. Un evento del genere può scatenare sentimenti di impotenza: come proteggere la nostra salute mentale dal Coronavirus?
Ci ricorda che viviamo in un mondo in cui un virus può ucciderci, anche se la probabilità non risulta allarmante. Ci ricorda anche che viviamo in un enorme organismo, potente e complesso. Un organismo che è profondamente interconnesso e in cui un unico cambiamento può condizionare i singoli individui, l’economia, le istituzioni e intere comunità.
A meno di non essere uno scienziato o un medico che sta attivamente cercando una cura o un vaccino per prevenire un’ulteriore diffusione del virus, un’epidemia è qualcosa che va al di là del nostro controllo. Quando proviamo a porre un freno ad ansia e paura, queste in realtà si ingigantiscono, perché ci ricordiamo della nostra impotenza. Quello su cui possiamo intervenire, però, è il nostro modo di reagire a queste situazioni.
Controllare la nostra reazione dovrebbe essere l’obiettivo primario per cui spendere tempo e energie. Abbiamo la responsabilità – nei confronti della nostra comunità o società – di fare la nostra parte per non contribuire a diffondere la malattia avendo cura della nostra salute, perché questa condiziona quella di chi ci sta intorno.
Individuare quello che dipende da noi, quello che possiamo fare, è un passo importante per mitigare l’allarmismo e impedire che il caos dilaghi.
COME CONTROLLARE LA SITUAZIONE?
Il senso di impotenza scatenato da quest’epidemia può portarci a restare isolati per paura di contrarre il virus. Può anche aumentare la nostra ansia di ammalarci e farci stare in costante allerta per rilevare sintomi in realtà benigni. Per le persone che già soffrono di ipocondria, un’epidemia virale come questa può significare un aumento dell’ansia, impedendogli di sentirsi al sicuro nel proprio corpo e nella società. Può influenzare il loro modo di vivere le relazioni e la loro capacità di concentrazione.
E’ possibile proteggere la nostra salute mentale dal Coronavirus spostando l’attenzione su quello che è in nostro potere.
Precauzioni
Prendere precauzioni può restituirci la percezione di controllo sulla nostra vita. Ecco un elenco di indicazioni da seguire fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
- avere una buona igiene personale;
- stare a casa se si è malati;
- consultare un medico se necessario;
- evitare il contatto stretto con i soggetti affetti da infezioni respiratorie acute;
- coprire starnuti e colpi di tosse;
- evitare contatti non protetti con animali di fattoria o selvatici;
- maneggiare gli alimenti in condizioni igieniche adeguate.
Utilizzo dei media
Un altro ambito in cui abbiamo il controllo delle nostre azioni è il reperimento e il consumo delle informazioni sull’epidemia. Leggiamo solo notizie di fonti affidabili o leggiamo il primo articolo che ci capita senza accertarci della sua attendibilità? Ci limitiamo a leggere i fatti o ci facciamo intrigare da teorie complottiste sulle cause dell’epidemia? Quando le informazioni che leggiamo sono quasi totalmente create per generare paura, portano ad un aumento dell’ansia che catastrofizza l’evento.
QUANDO L’EPIDEMIA CONDIZIONA LA SALUTE MENTALE
Preoccuparsi è umano. È altrettanto comune che i media esagerino e ingigantiscano i problemi. Quando il flusso delle informazioni inizia a condizionare la nostra salute mentale, ci sono diverse cose che possiamo fare per rimediare alla situazione. Vediamo alcune opzioni per ridurre lo stress.
Cercare supporto
Contattare la vostra famiglia e i vostri amici è importante. È probabile che possano comprendere alcune delle vostre paure. Cercate di essere positivi e costruttivi. È facile farsi bloccare dalla paura, piuttosto che concentrarsi su quello che è in nostro potere.
Mettere in discussione il nostro modo di pensare
È anche importante capire quando e quanto il nostro modo di pensare è condizionato dalla situazione e come influisce sul nostro umore. Per esempio, immaginiamo che il nostro primo pensiero, non appena sentiamo che il numero di casi di coronavirus è aumentato, sia: “Si sta diffondendo troppo velocemente, cosa succede se non riusciamo a fermarlo?”
Se siamo molto spaventati, il nostro prossimo pensiero potrebbe essere: “Ultimamente ho avuto qualche linea di febbre, potrei essere io il prossimo,” cosa che potrebbe indurci a isolarci con l’ossessione della febbre, piuttosto che farci realizzare che viviamo a Roma, un luogo molto lontano dal focolaio dell’epidemia.
Il pensiero successivo potrebbe essere: “E se quella persona che si era seduta vicino a me sul bus fosse infetta? Ha tossito spesso.” Ogni ipotesi non fa altro che aumentare l’ansia, perché è così che funziona: i pensieri ne alimentano le fiamme. Imparare a mettere in discussione i propri pensieri è un passo fondamentale per mitigare le ansie e le paure scatenate dall’epidemia. Alcuni di noi sono in grado di farcela da soli, altri potrebbero aver bisogno dell’aiuto di un professionista.
Praticare la meditazione consapevole
Infine, praticare la meditazione consapevole può aiutarci a connetterci con il nostro corpo in modo da capire come stiamo reagendo a questa situazione. Questo non significa rimuginare sui possibili sintomi, ma piuttosto notare cosa accade al nostro corpo quando apprendiamo la notizia di un aumento dei contagiati. Il nostro cuore inizia a battere più velocemente? Sentiamo caldo o freddo? Avvertiamo dei formicolii, ci sentiamo come svuotati, ci sembra di sprofondare? Iniziando a identificare ognuno di questi cambiamenti, potremo monitorarli e capire cosa migliora o peggiora le nostre reazioni. Questo ci permetterà di restare concentrati sul momento presente, e inibirà preoccupazioni e pensieri ossessivi.
Se avete difficoltà a gestire l’ansia e la paura da Coronavirus, cercate aiuto. Non siete soli. Parlatene oggi con un terapeuta. Provate i nostri servizi. Proteggere la nostra salute mentale dal Coronavirus è possibile.
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Barbara Persichetti
Psicologa e terapeuta, si occupa di supporto psicologico finalizzato ad alleviare il disagio individuale, familiare o di coppia.