Indice
Paragonarsi agli altri e pensare che dovremmo agire o reagire come loro è facile, ma è fondamentalmente sbagliato e insensato. Innanzitutto, perché ci priva della possibilità di gratificarci riconoscendo i nostri successi. In secondo luogo, perché ogni essere umano su questo pianeta è unico, così come la strada che decide di percorrere. L’ambiente in cui cresciamo e viviamo, l’educazione che riceviamo, la nostra salute fisica e mentale e molte altre variabili influenzano le nostre esperienze e gli strumenti che abbiamo per processarle. Quale che sia l’ambito (successo, bellezza, ma anche sofferenza), dobbiamo quindi smettere di paragonarci agli altri.
Come smettere di paragonarsi agli altri: consigli pratici
Basta scrollare
Smettere di paragonarsi agli altri è più facile a dirsi che a farsi, quando si è quotidianamente esposti ad un flusso costante di immagini perfette, aggiornamenti e hashtags. La soluzione? Smettiamola di scorrere le pagine di Facebook o Instagram più e più volte al giorno in maniera compulsiva. L’utilizzo dei social media è spesso associato ad un aumento della depressione, per cui perché continuare a torturarci? Prendiamoci una pausa e vediamo che succede. Probabilmente ci ritroveremo a fare molti meno confronti.
Relazioni vere
Prendiamo in considerazione il profilo Instagram di un nostro vecchio compagno di università. Di sicuro sarà pieno di foto di viaggi e serate fantastiche. Non ci sarà nulla sui suoi fallimenti al lavoro o sulla sua solitudine. Dobbiamo ricordarci che quello che si posta sui social non è la vita vera, ma la sua versione migliore: è come una foto ritoccata con i filtri. Proviamo a connetterci agli altri nella realtà e non solo online: scopriremo di avere molto in comune, perché nessuno di noi è immune alla sofferenza.
L’altro come risorsa, non come avversario
Sforziamoci di cambiare il nostro modo di guardare ai successi altrui. Ad esempio: se un nostro collega ha avuto una promozione, invece di invidiarlo di nascosto, offriamogli un caffè e facciamoci dire come ha fatto. Dobbiamo essere pronti ad accettare nuovi punti di vista e approcci e a considerare le persone che ammiriamo come potenziali risorse, non come avversari in una gara.
Definire il successo
Immaginiamo di avere un amico a capo di una prestigiosa azienda, bello, famoso e con uno stipendio a cinque zeri. Sicuramente lo considereremmo come una persona di successo, da invidiare. Ma se sapessimo che lavora 80 ore a settimana e che non riesce mai a prendersi un giorno libero, la penseremmo ancora così? Se vogliamo raggiungere i suoi stessi obiettivi, sì. Ma se le nostre aspirazioni sono altre, potremmo scoprire che la nostra idea di successo è avere una carriera meno remunerativa che ci consenta di trascorrere più tempo con amici e famiglia.
Gratificarsi
Scriviamo tre cose per cui siamo grati ogni giorno. Potrebbe sembrare sciocco, ma aiuta il cervello a concentrarsi sul momento presente e sul buono che ci capita. È facile dimenticarsi degli obiettivi raggiunti quando si è concentrati su quelli altrui. Dovremmo ricordarci più spesso fin dove siamo arrivati e dirci ben fatto. Perché non è stata fortuna la nostra, ma bravura. In questo modo, riusciremo a smettere di paragonarci agli altri.
Riflettere
Se ci accorgiamo che stiamo paragonando il nostro successo a quello degli altri, dovremmo porci una semplice domanda: “Cosa rappresenta quel successo per noi?” La risposta sarà altrettanto semplice: “Nulla.” Il nuovo lavoro del nostro amico, il nuovo ragazzo di nostra cugina, la vacanza del vicino – nessuna di queste cose sminuisce il nostro valore, le nostre capacità o i nostri sforzi. E se pensiamo che sia così, probabilmente è perché abbiamo interiorizzato che “loro sono bravi e io no.” Quand’è che abbiamo iniziato a farlo? Quando eravamo piccoli e i nostri genitori ci spingevano ad essere i migliori della classe? Qualunque sia la risposta, dovremmo cercare di cambiare questa assurda concezione.
Smettere di paragonarsi agli altri è troppo difficile? Facciamoci aiutare.
Cambiare la nostra routine di pensiero non è facile, soprattutto se abbiamo passato anni a invidiare i successi altrui. Trovare un terapeuta competente può aiutarci a scoprire l’origine di questi automatismi e darci gli strumenti per crearne di nuovi e più sani. Quindi la prossima volta che ci ritroveremo a pensare che il nostro successo vale meno di quello degli altri, ricordiamoci che siamo tutti diversi: ognuno ha la sua storia, i suoi valori, le sue competenze e i suoi obiettivi. Concentriamoci sulla nostra storia, non su quella degli altri.
Hai bisogno di supporto specifico sul tema affrontato in questo articolo? Scarica subito l'App di Cozily!
Oceania Pannone
Specializzata in psicoterapia della famiglia e di coppia, utilizzo un modello che connette individuo e relazioni, mondo interno e mondo esterno, comportamenti, significati ed emozioni.