Senso di colpa e inadeguatezza: emotività e reflusso nel neonato

Reflusso gastroesofageo nel neonato: cause, sintomi e strategie per affrontarlo

bambino con madre in braccio

Come gestire il reflusso gastroesofageo nel neonato (Dr. Roberto Albani, Pediatra e Gastroenterologo)

Il reflusso nei neonati è un problema non solo fisico ma anche emotivo che comporta delle conseguenze anche a lungo termine. I genitori che, pensando alla nascita di un bambino, immaginavano qualche notte insonne, ma piena di tenerezza e momenti di gioia, purtroppo, nel caso di un bambino che soffre di reflusso gastroesofageo si trovano catapultati in una specie di incubo senza fine, in una realtà complessa e pesante.

Per un neonato, il reflusso non è solo un fastidio. È un’esperienza di disagio e dolore costante che lo porta a piangere, rigurgitare e non dormire. La tranquillità sembra un sogno irraggiungibile, ed il suo malessere diventa il centro delle giornate (e delle notti) di tutta la famiglia. I genitori sono i primi a subirne le conseguenze, perché mamma e papà si trovano a gestire un bambino che non dorme, che soffre e che richiede attenzioni costanti, che ha sollievo solo stando in braccio, e che, quindi, li costringe a turni sfibranti giorno e notte per assecondare i suoi bisogni. La stanchezza e la preoccupazione possono trasformarsi in ansia e senso di inadeguatezza, e quei momenti di gioia immaginati e sognati si sono trasformati in un susseguirsi di preoccupazione e stanchezza. A volte, poi, la mancanza di risposte immediate da parte dei medici può far sentire i genitori isolati o, peggio, incompresi.

reflusso nei bambini piccoli

Il peso emotivo del reflusso neonatale: un impatto su mamme e bambini

E le mamme? Quelle che hanno “creato” quel piccolo essere urlante? Come si sentono? Frustrate! Per non riuscire a risolvere il problema, per non trovare soluzione alla sofferenza della propria creatura che a volte guardano con “risentimento”, sentendosene immediatamente colpevoli. Tutto ciò non è salutare per il piccolo, che rischia di sentirsi “non accettato”, e per la mamma che sente aumentare il suo senso di inadeguatezza. Il bambino, seppur molto piccolo, percepisce il clima che lo circonda. Se anche non è in grado di esprimersi, registra nel suo “mondo interiore” gli sguardi della mamma stanca e preoccupata, e inizia a sentirsi quasi “un problema” più che una gioia. Queste prime esperienze emotive possono lasciare tracce profonde nella sua sfera intima che possono influire negativamente sul legame genitore-figlio e, a lungo termine, sul benessere del bambino stesso. Un bambino con il reflusso non è solo un neonato che soffre, è anche un neonato che cresce con la sensazione di essere una difficoltà più che una gioia, quindi riconoscere il problema, darle un nome, e valutare l’impatto non solo sul bambino, ma sull’intero nucleo familiare, è il primo passo per trovare una soluzione efficace.

neonato in fasce che dorme, per illustrare i bambini con reflusso

Reflusso neonatale: il valore di ascolto, supporto e condivisione

La ricerca della soluzione non è sempre facile. Infatti, molti pediatri non danno al reflusso la giusta importanza e spesso liquidano un genitore preoccupato e ansioso con un semplice: “è un problema che si risolverà con il tempo”. Ma quanto tempo? E perché sottoporre il bambino ad una inutile ed ingiustificata sofferenza? E, sentirsi dire “Ma cresce bene, cosa vuoi che sia!”, non fa altro che accentuare il senso di colpa e l’idea di essere “troppo ansiosi” o di non riuscire a fare abbastanza per il proprio figlio e quindi lo stato di confusione e incertezza nel genitore aumenta, comportando livelli di stress altissimi. Il reflusso può essere gestito e curato, il genitore va ascoltato e assistito, non deve essere lasciato a se stesso. Il benessere del bimbo dipende da quello dei genitori e non c’è cura migliore della comprensione e del conforto. Parlarne in gruppi dedicati o con altri genitori che hanno lo stesso problema fa bene, ma anche rivolgersi ad un professionista, per un sostegno psicologico, può essere un ulteriore aiuto a ritrovare la serenità. La cosa da fare è chiedere aiuto e ottenere risposte esaurienti. Parlarne fa bene. Non siete soli.

genitori con in braccio un neonato che può soffrire di reflusso

Senso di colpa e inadeguatezza: aspetti psicologici del reflusso nei neonati e il loro impatto sulla famiglia

Il reflusso gastroesofageo nei neonati è una condizione che coinvolge non solo il corpo del bambino, ma anche il mondo emotivo dei genitori. Questo problema, spesso sottovalutato dal punto di vista psicologico, può essere fonte di profonda sofferenza emotiva e relazionale per l’intero nucleo familiare.

L’emotività del genitore: un equilibrio fragile

Per i genitori, assistere al disagio costante del proprio bambino può generare un profondo senso di colpa. Le mamme, in particolare, possono vivere un’angoscia accentuata dal sentimento di essere responsabili del benessere del proprio figlio. Questo “dover essere” perfette e la difficoltà nel lenire il dolore del bambino si trasformano rapidamente in un circolo vizioso di colpa e inadeguatezza.

I pensieri ricorrenti del tipo “Non sono un buon genitore” o “Non riesco a farlo stare meglio” amplificano l’ansia e abbassano l’autostima. A questo si aggiunge spesso il peso delle aspettative sociali e familiari, che rafforzano l’idea che prendersi cura di un neonato sia un compito naturale e gioioso. Quando questa narrazione non corrisponde alla realtà, il genitore può sentirsi isolato e frainteso.

Reflusso e relazione madre-bambino

Dal punto di vista psicologico, il reflusso del neonato può alterare profondamente la qualità della relazione madre-bambino. In una fase cruciale dello sviluppo, dove il contatto fisico e emotivo costruisce il legame di attaccamento, il dolore e la frustrazione reciproca possono interferire con questa connessione.

Il bambino, che percepisce il disagio della madre, può rispondere con irritabilità o ulteriore agitazione, intensificando il ciclo di tensione. La mamma, d’altra parte, può sentirsi sopraffatta, incapace di rispondere con empatia e calma. Questo rischio può essere mitigato lavorando sulla consapevolezza del genitore: riconoscere le proprie emozioni, accettarle e affrontarle senza giudizio è un passo essenziale.

neonato sdraiato sul letto con la madre per indicare possibili problemi di reflusso

Il ruolo del partner e della rete di supporto

Il senso di inadeguatezza non è un peso che grava solo sulla madre. Anche i padri possono sentirsi impotenti di fronte alla sofferenza del proprio figlio e della propria compagna. Spesso, il partner assume un ruolo di supporto, ma a sua volta rischia di essere sopraffatto dallo stress e dalla mancanza di soluzioni immediate.

Per questo, è cruciale che entrambi i genitori trovino un equilibrio nella divisione delle responsabilità e nella gestione dello stress. Una comunicazione aperta e sincera all’interno della coppia può prevenire incomprensioni e aiutare a mantenere un fronte unito di fronte alle difficoltà.

Strategie per affrontare il disagio

Il primo passo per affrontare l’impatto psicologico del reflusso è riconoscere che le emozioni negative provate dai genitori sono una reazione normale a una situazione di stress cronico. Rivolgersi a un professionista può aiutare i genitori a identificare e gestire queste emozioni in modo costruttivo.

Il Team di Belproblema offre un supporto concreto per affrontare queste difficoltà: è possibile accedere a una prima seduta gratuita di terapia individuale, di coppia o di gruppo. In particolare, i gruppi di sostegno per neo-mamme e neo-genitori creano uno spazio sicuro in cui condividere esperienze, normalizzare i propri sentimenti e trovare strumenti pratici per affrontare le sfide quotidiane.

Non affrontate queste difficoltà da soli: chiedere aiuto non è solo un atto di cura per voi stessi, ma anche un dono di serenità per il vostro bambino.

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Dott. Roberto Albani Pediatra

Gastroenterologo Pediatra, il Dottor Albani è stato insignito del Fellow of the American Academy of Pediatrics dell'anno 1975. È autore di 5 libri.

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