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La nascita del movimento #MeToo del 2017 ha portato alla ribalta il controverso argomento delle molestie sessuali e ci ha reso tristemente più consapevoli di quanto questo tipo di abusi sia pervasivo negli ambienti di lavoro. È bene informarsi correttamente su quali siano i comportamenti che costituiscono molestia sessuale, in modo che le aziende si assumano le dovute responsabilità e si possano portare i colpevoli davanti alla giustizia. Innanzitutto, occorre sapere che le molestie sessuali non sono esclusivamente di natura fisica.
Che cos’è una molestia sessuale?
Vediamo intanto la definizione legale di molestia sessuale. Secondo il D.lgs. 145/2005 che ha attuato la D.73/2002 le molestie sessuali sono definite come discriminatorie qualora:
– consistano in comportamenti indesiderati posti in essere per ragioni connesse al sesso aventi lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, umiliante, degradante od offensivo;
– consistano in comportamenti indesiderati a connotazione sessuale espressi in forma fisica, verbale o non verbale, aventi lo scopo o l’effetto di violare la dignità della persona e di creare un clima intimidatorio, degradante, umiliante od offensivo.
Le molestie sessuali possono avvenire in qualunque luogo e momento, riguardano parimenti uomini e donne e sono di vario genere. Alcuni psicologi specializzati in comportamenti relativi al genere le hanno suddivise in tre tipologie:
Coercizione sessuale
Questo tipo di molestia include avances sessuali non fisiche messe in atto tramite inganno, manipolazione e minacce. Il molestatore sfrutta la sua posizione di potere per ottenere favori sessuali. La vittima si sente quindi in debito nei suoi confronti e costretta ad accettare l’abuso.
Attenzioni sessuali indesiderate
Sono dichiarazioni indesiderate di attrazione romantica o sessuale, che risultano offensive per la vittima, come dimostrazioni di affetto fisico indesiderate o continue richieste di appuntamenti o favori sessuali, anche in seguito al rifiuto della vittima.
Discriminazione sessuale
È considerata la forma di molestia più diffusa e comprende una vasta gamma di comportamenti verbali e non verbali che non mirano a ottenere un favore sessuale, quanto a insultare e denigrare una persona di un certo genere o orientamento sessuale. Può limitarsi a manifestazioni ostili, come nel caso di battute che sminuiscono gli omosessuali o commenti sprezzanti sulle performance lavorative delle donne, oppure può essere discriminazione vera e propria, con uso di un linguaggio esplicito e aggressivo.
Le molestie sessuali non sono solo fisiche
Toccare o afferrare qualcuno in maniera sessuale è naturalmente molestia, ma lo sono anche molti altri comportamenti non fisici, come scherzi, allusioni e abuso verbale di natura sessuale. Vediamo nel dettaglio alcuni di questi comportamenti inappropriati:
- Toccare mani o braccia. Potrebbe essere un gesto di affetto sincero, ma potrebbe anche essere un modo per il molestatore di tastare la situazione e capire quanto oltre può spingersi.
- Utilizzare nomignoli come tesoro, bellezza, bimba o altri soprannomi fuori luogo in ambito lavorativo.
- Bloccare fisicamente i movimenti di qualcuno.
- Strusciarsi “accidentalmente” contro qualcuno.
- Fissare con insistenza il corpo di una persona.
- Prestare eccessiva attenzione a qualcuno.
- Fare battute sconce o condividere storie di esperienze sessuali in maniera continuativa.
- Continuare a chiedere un appuntamento pur essendo stato scoraggiati o rifiutati.
- Fare gesti o espressioni sessualmente offensivi.
Effetti negativi delle molestie sessuali sulla salute mentale
Le molestie sessuali hanno un notevole impatto sulla salute mentale di una persona. Spesso le vittime si sentono impotenti e prive di controllo e temono di esporsi per paura di essere giudicati, ma finiscono anche per sentirsi in colpa per non essere intervenuti prima. Essere molestati sul luogo di lavoro va ben oltre il fastidio e il disagio momentaneo, ha un effetto deleterio e duraturo sulla nostra salute mentale. Le vittime di questo tipo di molestie sono più inclini a soffrire di depressione, ansia e disturbo da stress post traumatico e persino ad avere pensieri suicidi. Questo perché è in gioco la nostra stessa vita da un punto di visto economico, sociale e professionale.
Questi disturbi mentali possono ulteriormente aggravarsi quando le molestie vengono minimizzate o ridicolizzate. Non solo la vittima è costretta a gestire il trauma iniziale, ma anche l’insicurezza e il giudizio altrui per essersi fatta avanti. Questo fa sì che perda la fiducia in se stessa, a livello personale e professionale. SI crea così una cultura di ignoranza che favorisce il perpetrarsi degli abusi.
Cosa fare quando si è una vittima
La cosa più importante da fare è avere e mantenere la consapevolezza che è sempre colpa del molestatore, senza alcuna eccezione. Qualunque siano le circostanze della molestia, la vittima non va colpevolizzata.
Molestie sul lavoro
Le molestie sessuali possono essere molto esplicite, come chiedere favori sessuali in cambio di un lavoro o un aumento, o implicite, come fare battute di natura sessuale. Sul lavoro, è fondamentale avere prove concrete, quindi salviamo qualsiasi tipo di email e messaggi ci sembri inappropriato e videoregistriamo episodi spiacevoli. Se la molestia avviene di persona, facciamolo sapere a un amico o a un collega di cui ci fidiamo e chiediamogli di aiutarci a documentare il tutto. Fidiamoci del nostro istinto. Se un comportamento ci sembra viscido, allora lo è. Rivolgiamoci alle Risorse Umane della nostra azienda, se presenti, oppure ai sindacati, al consigliere delle Pari Opportunità della nostra città o a un legale.
Molestie in pubblico
Le molestie in pubblico, per strada o sui mezzi, hanno sempre a che fare con estranei. In questo caso, è importante essere preparati: conoscere bene l’ambiente in cui ci troviamo e, se siamo soli, andare in un posto affollato per cercare aiuto e trovare testimoni dell’abuso. Mentalmente, cerchiamo di visualizzare degli scenari in cui ci sentiamo al sicuro, ma continuiamo a prestare attenzione al molestatore.
Molestie a casa
Anche se tendiamo a considerarla il luogo sicuro per eccellenza, questo non significa che non possano verificarsi molestie sessuali anche a casa nostra. Se avvengono a casa di un amico o di un parente di fiducia, dovremmo parlargliene direttamente, in modo da evitare di andare a trovarli quando è presente il molestatore. Chiedere aiuto e cercare supporto è fondamentale anche in questo caso.
La terapia può aiutare
Che siano fisiche, verbali o psicologiche, le molestie sessuali hanno effetti devastanti a lungo termine sulla nostra salute mentale ed è quindi importante ricordarci che possiamo cambiare le cose, denunciando. Farsi avanti può essere difficile, ma non dobbiamo mai mettere in dubbio che le nostre esperienze siano valide o che non meritino di essere condivise. Il nostro atto di coraggio costringe il molestatore ad assumersi le sue responsabilità e gli impedisce di reiterare gli abusi. Dobbiamo anche concederci del tempo per elaborare il nostro trauma. Parlarne con qualcuno – un amico, un collega o un terapeuta è fondamentale. La psicoterapia può aiutarci a riprendere il controllo della nostra vita e ad andare avanti in maniera sana. Con la terapia online, possiamo parlare con uno psicologo anche da casa o dall’ufficio: basta il nostro smartphone.
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Stefano Tricoli
Specializzato in Psicoterapia Psicoanalitica, esperto nel trattamento di giovani adulti con disturbi di ansia, dell’umore e di personalità.