Molti di noi vanno fieri del fatto di non dormire e ritengono che il sonno rappresenti un ostacolo al successo, al divertimento e all’autorealizzazione, nonostante la scienza abbia già dimostrato che privarsi del sonno sia pericoloso a livello fisiologico e psicologico.
Per citare avvenimenti ben noti a livello globale, la carenza di sonno è stata ritenuta tra le cause di catastrofi, quali il disastro di Chernobyl, l’esplosione della navetta spaziale Challenger e la fuoriuscita di petrolio dall’Exxon Valdez.
Riflettendo sul nostro quotidiano, i primi segnali di privazione del sonno si manifestano in condizioni di irritabilità, difficoltà di concentrazione e spossatezza. Generalmente, in questi casi, invece di darci al riposo, usiamo il caffè come fonte di energia e continuiamo le nostre attività.
Danni da carenza di sonno
Sfortunatamente, l’impatto cumulato della privazione del sonno è più pericoloso di quanto normalmente riconosciuto. Un numero crescente di ricerche sul sonno dimostrano che la dormire poco può causare depressione, ansia, stress e attacchi di panico, così come innumerevoli problemi di salute, comprese patologie cardiache, diabete, emicranie e un maggior rischio di essere soggetti a cancro, ictus e demenza.
Ecco perché la privazione del sonno è sempre stata utilizzata come metodo di tortura. I detenuti, costretti a rimanere svegli, provano disorientamento, allucinazioni e letargia. Spinti al limite, soffrono di esaurimento nervoso e fisico.
Maggiore è la privazione del sonno, più ci si sente fragili: problemi di piccola entità possono sembrare insuperabili. Questo stato mentale interferisce con i nostri rapporti interpersonali, compresa la capacità genitoriale.
In mancanza di sonno, il corpo e il cervello non hanno il tempo necessario per guarire e recuperare.
“La privazione del sonno è una forma particolarmente insidiosa di tortura, perché attacca le funzioni biologiche profonde alla base della salute mentale e fisica di una persona”,
ha spiegato Kelly Bulkeley, Direttrice dello Sleep and Dream Database statunitense.
“Mi chiedo perché non vado a letto a dormire, ma poi sarebbe subito domani, quindi decido che, nonostante la stanchezza, nonostante la mia incoerenza, posso saltare un’altra ora di sonno e vivere la vita”. Frasi come questa rappresentano senz’altro uno stile di vita, ma non un modo di vivere bene.
Il corpo e il cervello hanno bisogno della funzione rigenerativa del sonno. Quindi, perché così tanti di noi non si abbandonano ad una bella dormita ristoratrice?
Legami con la FOMO
Pensiamo ai bambini che fanno capricci quando non vogliono andare a dormire. Perché urlano “Non sono stanco!” quando invece lo sono? E’ semplice: hanno paura di perdersi qualcosa, di essere esclusi da qualcosa, se vanno a dormire prima degli altri. Si tratta di una prima forma di FOMO (Fear Of Missing Out) in gergo tecnico, di cui abbiamo già parlato in un articolo dedicato.
Mito del vantaggio competitivo
Uno dei principali cavalli di battaglia della “cultura del dormire poco” è rappresentato dalla radicata teoria che il successo sia legato al lavoro fino a tarda notte. Il magnate Aristotele Onassis, infatti, scherzava così: “Se dormite tre ore in meno ogni notte per un anno, avrete a disposizione un mese e mezzo in più per avere successo”.
Ma mettere sullo stesso piano la privazione del sonno e la produttività ci porta su una cattiva strada. Sì, più ore svegli può inizialmente portare a maggiori risultati, ma a lungo termine causa notevoli rischi alla salute. Studiosi della materia hanno esaminato, infatti, l’impatto della privazione del sonno sui team di lavoro e hanno scoperto innumerevoli effetti negativi, tra cui una ridotta capacità di elaborare le informazioni, di apprendere e di eseguire nuove mansioni.
La ricerca mette in discussione la spavalderia dei maniaci del lavoro. Alcuni dei peggiori incidenti della storia, compreso il disastro nucleare di Chernobyl, sono stati causati da un errore umano intercorso tra le 02:00 e le 04:00 del mattino. La maggioranza degli incidenti mortali è stata collegata alla spossatezza dovuta a carenza di sonno.
In sintesi, i datori di lavoro invece di congratularsi con i propri dipendenti per le ore di straordinario lavorate, dovrebbero incoraggiarli ad andare a casa a riposare, per poter essere produttivi anche il giorno seguente.
Buone notizie
Non ha alcun senso vantarsi di non dormire. Il sonno non ci fa perdere nulla, eccetto i nostri neuroni; non veniamo certo messi da parte se ci assentiamo dal mondo per 8 ore. Anzi, è esattamente il contrario: se siamo ben riposati, possiamo vivere a pieno e sfruttare al massimo tutto ciò che la vita ha da offrirci.
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Buona notte!