Molte persone restano sorprese quando gli viene diagnosticato un disturbo da ansia sociale, ma non è un fenomeno così raro, visto che ne soffre dal 3% al 13% della popolazione. Questo disturbo si manifesta di solito nella tarda adolescenza, tra gli 8 e i 15 anni, ed è curiosamente più comune nelle donne, per circa il 60%. Spesso chi ne soffre crede che si tratti solo di timidezza o carattere introverso o di non avere le giuste capacità relazionali.
Ma come fare a sapere se soffriamo di disturbo da ansia sociale o se si tratta davvero solo di timidezza?
10 comportamenti sintomo
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Evitiamo gli eventi che ci interessano solo per paura di sentirci in imbarazzo.
La serata “salsa e merengue” sembra divertente, ma ci vengono i brividi al pensiero di quanto sembreremo stupidi ballando, quindi non ci andiamo. Anche se ci saranno altri inesperti, siamo sicuri che i più imbranati saremo noi. In generale, se un evento prevede un qualsiasi tipo di esibizione davanti a un pubblico, abbiamo ancora più paura di parteciparvi.
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Decidiamo che un evento non ci interessa perché pensiamo che ci sentiremo in imbarazzo.
Riprendendo il precedente esempio, ci autoconvinciamo che la serata “salsa e merengue” sia ridicola a prescindere. Dentro di noi sappiamo che potrebbe essere divertente, ma allontaniamo questo pensiero e lo nascondiamo dietro il sarcasmo e il cinismo.
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Ogni volta che cambiamo il nostro aspetto, anche di poco, abbiamo il terrore di uscire e di affrontare il giudizio altrui.
Se cambiamo look o ci tagliamo i capelli, siamo certi che verremo automaticamente presi in giro, in maniera più o meno esplicita.
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Non ci aspettiamo che qualcuno voglia essere nostro amico.
Entrare in un qualsiasi tipo di nuovo ambiente ci spaventa. Siamo convinti che saremo gli unici messi da parte, mentre tutti gli altri faranno gruppo. A volte abbiamo ragione, ma crediamo sempre che sia colpa degli altri e non nostra: ma sono loro ad everci etichettati come strani o siamo noi a non esserci nemmeno presentati?
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Abbiamo un milione di scuse pronte per non uscire.
Nonostante il nostro desiderio di una relazione, breve o duratura che sia, abbiamo una lista infinita di motivi per cui uscire con qualcuno non è la cosa migliore per noi. Forse il mese prossimo, quando non saremo così impegnati col lavoro; forse l’anno prossimo, quando ci saremo laureati. Soffochiamo i nostri sentimenti di solitudine, pensando che questo sia l’unico modo in cui possiamo vivere.
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Pensiamo che i nostri colleghi o compagni di classe ci disprezzino.
Tutti stanno chiacchierando amabilmente, ma non appena arriviamo noi, a scuola o al lavoro, abbiamo sempre l’impressione che si interrompano per lanciarci uno sguardo giudicante o di compatimento. Ci ritroviamo ad evitare tutte le pause caffè e le aree comuni.
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Editiamo i nostri testi all’infinito prima di postarli sui social.
Ci preoccupiamo moltissimo di quello che la gente penserà del nostro post. Non vogliamo sembrare stupidi, disinformati o disperati. Sprechiamo un sacco di tempo per scegliere la giusta emoji, ma alla fine continuiamo a pensare che i nostri post siano patetici.
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Ci comportiamo diversamente quando siamo in un contesto di anonimato.
Se giochiamo a qualche gioco online o c’è la possibilità di figurare come utenti anonimi sul web, ci sentiamo incredibilmente a nostro agio: è come se potessimo far emergere il nostro vero io molto più facilmente in un contesto di anonimato. Solo così riusciamo a rilassarci ed evitare il pensiero che la gente ci stia giudicando.
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Siamo cresciuti credendo che sia normale avere costantemente paura del giudizio altrui.
L’ansia sociale si può ereditare e imparare dagli altri. Se i nostri genitori sono socialmente ansiosi, è molto probabile che siamo cresciuti credendo che sia del tutto normale avere paura delle relazioni interpersonali, o mascherare quell’ansia attraverso il disprezzo per la socializzazione.
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A volte ci chiediamo come sarebbe la nostra vista se fossimo più sicuri di noi stessi.
Ma alla fine lasciamo perdere e ci diciamo che cambiare è impossibile, per un motivo o per un altro. Le persone che soffrono di ansia sociale spesso si sentono intrappolate nelle loro vite. Per loro, gli altri sono incredibilmente spensierati, privi di preoccupazioni. Questo può portare a sentimenti di tristezza, impotenza e persino depressione.
Cosa possiamo fare se soffriamo di ansia sociale
Se uno o più di questi comportamenti ci sembrano familiari, è bene chiedere l’aiuto di un terapeuta professionista per iniziare a combattere l’ansia sociale. Non lasciamo che questo disturbo ci intrappoli in una vita che non vogliamo, solo perché crediamo di non avere altre opzioni. La psicoterapia può aiutare a gestire l’ansia e portare a un cambiamento concreto. Secondo uno studio americano degli anni ‘90, i disturbi da ansia costano $42,3 miliardi di dollari all’anno, ovvero a $1.542 a persona. La nostra salute mentale vale l’investimento.
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Anna Galtarossa
Specializzata in Psicoterapia Sistemico-Relazionale, utilizzata considerando la persona all'interno dei contesti relazionali di cui fa parte per poterle offrire sostegno in un momento di disagio e di difficoltà.